
DICHIARAZIONE DELLA RETE ITALIANA RIPRISTINO ECOLOGICO
Versione pdf – testo aggiornato al 14.03.2025
La dichiarazione ha ricevuto il sostegno della Society for Ecological Restoration.
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Il ripristino ecologico è fondamentale per contrastare il processo di perdita della biodiversità, mitigare l’impatto dei cambiamenti climatici ed assistere il recupero delle funzionalità degli ecosistemi naturali e semi-naturali.
Il Regolamento Europeo sul Ripristino della Natura (UE) 2024/1991 rappresenta un passaggio fondamentale per realizzare il ripristino su ampia scala. L’approvazione è stata possibile grazie al contributo di numerosi esperti e organizzazioni. Ora, la realizzazione del Regolamento richiede un impegno massimo da parte di tutti – le istituzioni pubbliche, la società civile, il mondo imprenditoriale, e la comunità scientifica.
Nel 2024 si è costituito in Italia un gruppo informale di esperti nel campo del ripristino ecologico, a partire dal mondo della ricerca scientifica, rappresentanti del settore pubblico, privato e non-governativo, in stretto contatto con la Society for Ecological Restoration (SER) e la Società Italiana per il Restauro Forestale (SIRF). L’obiettivo di questo gruppo è di diffondere e promuovere i principi e gli standard del ripristino ecologico, soprattutto quelli sviluppati dalla SER e dalla SIRF. Questa iniziativa è guidata dal comune impegno dei membri a migliorare gli sforzi di ripristino ecologico sul territorio italiano e a garantire il successo nella implementazione del Regolamento europeo sul Ripristino della Natura nel nostro Paese.
La nostra visione
La Rete Italiana per il Ripristino Ecologico mira a integrare gli standard delle pratiche di ripristino in Italia attraverso un approccio partecipativo.
Obiettivi
• Promuovere la tutela e il ripristino ecologico, intesi come interventi finalizzati a migliorare lo stato di conservazione degli habitat naturali e semi-naturali nel territorio italiano, comprese le aree costiere e marine;
• Promuovere l’applicazione delle norme nazionali ed europee a tutela della biodiversità e della natura attraverso l’adeguamento delle normative nazionali e regionali vigenti;
• Attuare forme di cooperazione per promuovere e valorizzare comportamenti sostenibili a tutela della biodiversità.
Attività
I. Promuovere un approccio interdisciplinare e collaborativo al ripristino ecologico
• Partecipare alla preparazione e stesura del Piano Nazionale di Ripristino per l’Italia e alle altre politiche, nazionali o regionali, ad esso collegate;
• Promuovere reti di collaborazione con gli enti gestori delle aree naturali protette e dei siti della rete Natura 2000 al fine di promuovere azione di ripristino ecologico all’interno dei piani di gestione e delle misure di conservazione;
• Promuovere la creazione di reti tra gli operatori europei del ripristino, sfruttando i programmi di finanziamento pubblici e altre iniziative private per costruire una forte “cultura del ripristino” nell’Unione Europea;
• Portare l’esperienza della comunità scientifica italiana in forum nazionali ed internazionali;
• Contribuire allo sviluppo di pratiche e procedure appropriate per incrementare investimenti privati nelle azioni di ripristino degli ecosistemi, rispettando la gerarchia di mitigazione degli impatti indicata da iniziative internazionali quali Science Based Targets Network.
II. Rafforzare la professionalità nel ripristino ecologico
• Promuovere iniziative per colmare il divario di conoscenza tra ricercatori, professionisti e policy makers tramite networking, collaborazione e trasferimento di conoscenza;
• Promuovere l’inclusione di insegnamenti legati al ripristino ecologico nei corsi di laurea magistrale;
• Promuovere l’inclusione di professionalità dalle scienze biologiche, naturali e ambientali nei progetti di ripristino.
III. Replicare, adattare e standardizzare le pratiche di ripristino ecologico
• Raccogliere ed adattare le buone pratiche di ripristino ecologico e conservazione della natura esistenti presenti sul territorio nazionale, ad esempio le procedure per la raccolta e utilizzo di materiale vegetale autoctono e la creazione di banche di germoplasma per aree geografiche;
• Tradurre in lingua italiana documenti internazionali riconosciuti come riferimento per la pratica di ripristino ecologico come gli International Principles and Standards for the Practice of Ecological Restoration della SER, per facilitarne la diffusione e a tutti i livelli e l’utilizzo da parte degli operatori del settore;
• Rivalutare le pratiche forestali e agronomiche attuali alla luce degli obiettivi di ripristino ecologico e delle più recenti evidenze scientifiche;
• Sostenere la ricerca sul ripristino ecologico marino per definire migliori protocolli e diffondere le buone pratiche sviluppate in Italia;
• Sviluppare meccanismi di valutazione e certificazione degli interventi di ripristino ecologico e adeguati programmi di monitoraggio.
IV. Ottimizzare gli sforzi di ripristino ecologico
• Promuovere procedure standard quanto più sostenibili ed efficienti che massimizzino il risultato con il minimo investimento;
• Definire criteri replicabili di prioritizzazione degli interventi che si basino su dati oggettivi e scientificamente validi;
• Mappare le fonti di degrado e disturbo degli habitat per identificare interventi di mitigazione e assicurare il mantenimento del ripristino nel lungo periodo.
V. Promuovere una cultura di ripristino ecologico
• Realizzare attività di sensibilizzazione sulle necessità, i presupposti e i vantaggi del ripristino ecologico.
Conclusione
Lavoriamo insieme per garantire il successo del Regolamento europeo sul ripristino della natura e promuovere una cultura del ripristino ecologico in Italia. Questo sforzo sarà un impegno importante per il nostro futuro comune e per la salute dei nostri ecosistemi.
Firmatari (aggiornato al 4.07.2025)
Vito Emanuele Cambria, Orto Botanico di Roma, Sapienza Università di Roma
Morgan Eleanor Harris, Università degli Studi – Roma Tre, Dipartimento di Giurisprudenza
Eleonora Ciscato, Università Statale di Milano, Dipartimento di Giurisprudenza
Marcello De Vitis, Botanic Gardens Conservation International
Rodolfo Gentili, Università di Milano-Bicocca, Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra
Simone Quatrini, European Commission, Joint Research Centre
Marzia Ciampittiello, Ricercatrice presso il CNR IRSA sede di Verbania
Martina Gaglioti, SER LERS/ IUCN CEC and CCC
Katia Laffusa, Università LUMSA di Roma, Dipartimento di Giurisprudenza, economia,politica e lingue moderne
Gianluigi Bacchetta, Università degli Studi di Cagliari – professore ordinario
Edoardo Di Russo, CNR Istituto di Scienze Marine
Lina Podda, Centro Conservazione Biodiversità (CCB), Dipartimento Scienze della Vita e dell’Ambiente, Università degli Studi di Cagliari. Tecnologo
Paolo Varese, Consulente freelance, libero professionista
Chiara Papetti, Università di Padova, Dipartimento di Biologia, Professore Associato
Pablo Denti, Senior Consultant, Deloitte Climate & Sustainability
Angela Boggero, Ricercatrice, CNR IRSA sede di Verbania
Annalisa Falace, Università di Trieste
Camilla Bertolini, Università Ca’ Foscari Venezia
Marisa Meli, Dipartimento di Giurisprudenza, Catania
Virginia Chiara Cuccaro, Orto Botanico di Roma, Sapienza Università di Roma
Melissa Latella, Fondazione CMCC Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici
Giovanni Marcantonio, Ecosystem Care srl
Fabienne Horneman, CMCC@Ca’ Foscari
Cinzia Podda, Fondazione IMC
Mariachiara Chiantore, Università di Genova
Valentino Casolo, Università di Udine
Valentina Asnaghi, Università di Genova
Luigi Forte, Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente (DBBA)
Mauro Fois, Università degli Studi di Cagliari
Silvia Assini, Università degli Studi di Pavia
Manuel Tiburtini, Università di Pisa & Libero Professionista
Andrea Carletti, Educatore ambientale, titolare Humus Sapiens a.c.t. – ambiente cultura territorio
Caterina Bergonzo, Università degli Studi di Milano-Bicocca
Iduna Arduini, Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali
Gianni Brundu, IMC – International Marine Centre; ricercatore
Fabio Di Piazza, Area delle Politiche Ambientali, transizione ecologica e Rigenerazione del verde del Comune di Palermo
Maria Victoria Giommarini, Wageningen University
Benedetto Rugani, Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri (IRET), Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)
Maria Elena Bini, Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e Dei Materiali (DICAM)
Camilla Roveta, Università Politecnica delle marche
Carlo Cerrano, Università Politecnica delle Marche
François Salomone, Dottore Naturalista
Angelino Carta, Università di Pisa
Alessandro Tacente, Università Lumsa
Enrico Mezzacapo, Sant’anna School of Advanced Studies
Margherita Gioria, Universita’ di Pisa, Dipartimento di Biologia
Geraldina Signa, Università di Palermo, Dipartimento di Scienze della Terra e del Mare
Silvia Bianchelli, Università Politecnica delle Marche
Gianluigi Pirrera, BIOCITY Soil & Water Bioengineering
Elisa Cavallin, Ghent University, Faculty of Law and Criminology, Department of European, Public and International Law
Simone Valeri, Università di Roma – La Sapienza
Francesco Recchia, Università di Padova, Dipartimento di Fisica e Astronomia
Riccardo Guarino, Università di Palermo
Mariacristina Villani, Università di Padova, Orto Botanico
Tiziana Ulian, Università di Torino/Royal Botanic Gardens, Kew
Eleonora Clò, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Valentina Capocefalo, Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell’Università degli Studi di Milano
Marco Mucciarelli, Università degli Studi di Torino
Marina Chiota, Provincia di Latina lo Settore Viabilità e Trasporti – Politiche di area vasta
Giuseppe Fabrini, Banca Germoplasma Sapienza Università di Roma
Elisabetta Sgarbi, Università di Modena e Reggio Emilia
Riccardo Copiz, Naturalista, libero professionista
Jane da Mosto, We are here Venice ETS
Sofia Parente, Naturalista Agrotecnico
Anna Maria Mercuri, LPP DSV-Università di Modena e Reggio Emilia
Rossella Capozzi, Università di Bologna